a rigore per categorizzarlo come intervento locale devi dimostrare che non varia il comportamento sostanzialmente il comportamento dinamico e la distribuzione del tagliante.
ovvio se vari un campo di solaio 2x2 su un aggregato di 5 piani di 500000mq a piano, euristicamente è un intervento locale. ma in generale devi dimostrare la cosa (sia per eventuali contenziosi ma anche solo per deontologia e corretta esecuzione della nostra professione). quindi io nel caso di aperture di solaio (scale) o irrigidimento (cappe estradossali) io valuterei:
1)la differenza di carico verticale in fondazione (anche grossolanamente)
2)la differenza di massa tra i vari livelli
3) la differenza di rigidezza dell'impalcato ante e post (modellando anche solo la porzione di elementi verticali sopra e sotto l'impalcato oggetto di interesse e modellando l'impalcato o con dei plate o con la trattazione a bielle equivalenti (o meglio visto che costa poca fatica, entrbi i modi per avere poi una validazione del risultato)
poi se si configura come intervento locale, non è che non è soggetto a sisma, posso analizzarlo localmente senza considerare tutta la struttura attorno, ma devo considerare comunque il comportamento della nuova struttura in ogni sua forma.
non ho capito perché è passata l'idea "intervento locale = solo permanenti portati e accidentale".
(non è riferito a te ovviamente ma in generale ai progetti che mi arrivano in commissione, sia di colleghi più giovani che più anziani e blasonati di me)
PS emblema dell'intervento locale sono i tiranti contro i cinematismi, la cerchiatura di qualche apertura, il collegamento di elementi prefabbricati nei capannoni. qui il carico dimensionate è la massa sismica, solo che analizzo localmente il mio problema e non prendo in considerazione tutta la struttura