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Non trovo riferimenti normativi sulle NTC per quanto riguarda la verifica di tenuta dei rivetti.
Ho fatto riferimento alla formula C4.2.137 (Circolare 2019 NTC18) per la verifica di imbutitura anche se relativa alle viti autofilettanti. L'analogia è che è la testa della vite che comanda nella verifica mentre nel rivetto è il diametro della porzione che agisce direttamente sulla lamiera. Grazie al "fiore" che si crea dal lato opposto si può, mediamente, ritenere che la tenuta sia effettivamente legata al diametro d2 (normalmente il valore nominale è d1 e d2 è il diametro della porzione che preme sulla lamiera).
I produttori di rivetti forniscono le resistenze intrinseche dei rivetti, non sempre quelle di tenuta tra lamiera e lamiera. Ho visto che con questo approccio di calcolo dove utilizzo d2 ottengo valori ragionevoli e in pieno accordo con quelli che ho visto da prove sperimentali.
Però c'è un problema: il punto C4.2.12.1.7.2.2 che contiene la formula C4.2.137 dice che la resistenza calcolata con questa formula, se l'azione è il vento, va dimezzata.
Tale riduzione viene applicata anche ai chiodi. Non viene applicata agli altri elementi come ad esempio i bulloni.
Sto pensando: effettivamente il rivetto è una sorta di bullone perché è tenuto dal fiore come il bullone è tenuto dal dado.
Se questa analogia ha senso, secondo voi, posso non considerare il dimezzamento della resistenza?
Purtroppo è un aspetto molto importante nello sviluppo di un progetto per la realizzazione di nuovi sistemi di tenuta per pannelli fotovoltaici.
Il dimezzamento della resistenza ci ammazza perché porta a raddoppiare i rivetti e non abbiamo lo spazio necessario.
Stiamo pensando di fare delle prove sperimentali nella galleria del vento ed utilizzare direttamente quei valori ma è qualcosa che avverrà in futuro.
Ho fatto riferimento alla formula C4.2.137 (Circolare 2019 NTC18) per la verifica di imbutitura anche se relativa alle viti autofilettanti. L'analogia è che è la testa della vite che comanda nella verifica mentre nel rivetto è il diametro della porzione che agisce direttamente sulla lamiera. Grazie al "fiore" che si crea dal lato opposto si può, mediamente, ritenere che la tenuta sia effettivamente legata al diametro d2 (normalmente il valore nominale è d1 e d2 è il diametro della porzione che preme sulla lamiera).
I produttori di rivetti forniscono le resistenze intrinseche dei rivetti, non sempre quelle di tenuta tra lamiera e lamiera. Ho visto che con questo approccio di calcolo dove utilizzo d2 ottengo valori ragionevoli e in pieno accordo con quelli che ho visto da prove sperimentali.
Però c'è un problema: il punto C4.2.12.1.7.2.2 che contiene la formula C4.2.137 dice che la resistenza calcolata con questa formula, se l'azione è il vento, va dimezzata.
Tale riduzione viene applicata anche ai chiodi. Non viene applicata agli altri elementi come ad esempio i bulloni.
Sto pensando: effettivamente il rivetto è una sorta di bullone perché è tenuto dal fiore come il bullone è tenuto dal dado.
Se questa analogia ha senso, secondo voi, posso non considerare il dimezzamento della resistenza?
Purtroppo è un aspetto molto importante nello sviluppo di un progetto per la realizzazione di nuovi sistemi di tenuta per pannelli fotovoltaici.
Il dimezzamento della resistenza ci ammazza perché porta a raddoppiare i rivetti e non abbiamo lo spazio necessario.
Stiamo pensando di fare delle prove sperimentali nella galleria del vento ed utilizzare direttamente quei valori ma è qualcosa che avverrà in futuro.