Direzione lavori e contabilità opere

DDD

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Durante la fase di contabilità di un lavoro pubblico appaltato a misura si devono verificare che quantità eseguite siano uguali a quelle in progetto.... se capita qualche piccola differenza è prassi comune da queste parti aggiustare quantità e/o prezzi e lasciare l'importo esattamente come era prima.... ma la mia domanda è:
in caso in cui si voglia fare una contabilità seria e precisa e ci si accorga che per una lavorazione ci sono voluti 100 kg in più di acciaio (questo è un esempio) come si fa a pagare il di più all'impresa se l'ente pubblico aveva un certo budjet a disposizione?
e anche in caso contrario se l'ente aveva richiesto al ministero l'importo X per il progetto poi dovrà restituire la differenza?
Per quel che ne so io in base alla mia poca esperienza, i vari rup hanno sempre detto che gli importi non possono essere modificati in sede di lavori...
 
non so se si può fare anche ora ma prima si usava fare una "perizia di assestamento somme", cioè evidenziando gli importi, o nuove categorie di lavori, in più e quelli in meno, perizia che poi doveva essere approvata dall'ente appaltante
 
Io ne approfitto e mi accodo a questo post per fare un ulteriore domanda, la domanda che ha fatto DDD è più che lecita e a mio avviso sulla materia della gestione appalti pubblici potrebbero nascere un milione di domande.

Ma se qualcuno volesse veramente approfondire la materia cosa dovrebbe studiare?
 
credo che basti studiare la normativa; prima era semplice, in pratica erano la legge del 1865 e il regolamento n. 350 del 1895, oggi la normativa è molto più complessa
 
ok grazie, ma sai mica qual'è la legge di riferimento?
 
Credo che l'ente finanzi l'importo dell'opera a partire dal quadro economico redatto dal progettista dove generalmente viene inserita una voce di "imprevisti" per compensare eventuali mancanze e/o errori
 
Credo che l'ente finanzi l'importo dell'opera a partire dal quadro economico redatto dal progettista dove generalmente viene inserita una voce di "imprevisti" per compensare eventuali mancanze e/o errori
non è così semplice... in genere l'amministrazione finanzia l'opera con fondi del ministero... in tutti i casi che mi sono capitati fino ad ora i vari RUP non hanno fatto usare la voce imprevisti perchè a detta loro questa voce è considerata come un economia che deve tornare al ministero.. almeno questo è quello che mi è sempre stato riferito..... sarebbe interessante studiare la materia in maniera approfondita....il problema è dove studiarla
 
se è a misura si misura e si paga quello che è stato effettivamente realizzato
 
se è a misura si misura e si paga quello che è stato effettivamente realizzato
su questo siamo d'accordo.... ma il problema è di natura economica facciamo un esempio: in progetto si prevedeva di rifare il 20% di intonaco ammalorato di una facciata ma montando il ponteggio e facendo un'indagine più accurata ci si è accorti che l'intonaco da rifare è il 70%.. .con quali soldi si paga la differenza se il finanziamento ricevuto dall'ente copriva solo il 20%?
 
I casi sono due:
  1. caso 1: si scorporano delle altre lavorazioni previste in progetto, il costo lavori deve rimanere invariato;
  2. caso 2: variante in corso d'opera (ex perizia di variante - vedi art. 106 dlgs 50/2016); in questo caso le finanze necessarie possono essere recuperate da voci disponibili nel qe, se ci sono (es. imprevisti, ribasso d'asta, etc. - la lex specialis in questo caso è il capitolato spec. d'appalto) oppure con un rifinanziamento dell'ente (se l'errore è nel progetto diverse amministrazioni fanno intervenire l'assicurazione del progettista per coprire gli extra costi...)
Di solito, comunque, un buon computista/progettista nella redazione di un computo per un appalto a misura mette sempre quantità in eccesso (dato che tanto il pagamento delle lavorazioni è fatto "a misura"), in questo modo alla DL rimane un serbatoio per gestire imprevisti/sviste senza atti di sottomissione.
 
esatto... di solito si modificano le quantità per far ritrovare alla fine sempre "casualmente" lo stesso importo iniziale... almeno sembra essere questa la prassi.....ma è proprio questo il punto....volendo fare una contabilià "vera" senza il sotterfugio di ritrovare a consuntivo lo stesso importo del progetto .... come ci si regola poi nel caso in cui siano necessarie somme ulteriori per completare i lavori? i RUP dicono sempre che l'importo totale deve rimanere invariato
 
Non è una cosa "casuale" né un imbroglio: in un appalto a misura il DL, quando ravvisa maggiori costi (possono essere dovuti a maggiori quantità o lavorazioni aggiuntive che non trovano copertura in economie su altre lavorazioni), ne parla con il committente (il rup per appalto pubblico) e si decide se scorporare qualcosa, da terminare poi con un altro appalto, o se fare una modifica contrattuale rifinanziando il progetto; non c'è nessun sotterfugio.
Personalmente non ho MAI visto un appalto a misura chiudersi con l'importo contrattuale: ne ho visti chiusi con importi più bassi oppure chiusi con importi più alti a seguito di una modifica contrattuale.
In cosa vedi il sotterfugio...?
 
In cosa vedi il sotterfugio...? ... nel fatto che io invece spesso ho visto modifiche alle lavorazioni ma che poi magicamente hanno sempre condotto allo stesso importo contrattuale.
 
Ti confermo che per un appalto a misura non è la normalità, anzi non dovrebbe succedere... potrebbe essere che in alcuni appalti, quando si è arrivati verso la fine e si è certi di avere un avanzo quantificabile, ci si metta d'accordo con l'impresa per fare "a corpo" una serie di lavorazioni che sono necessarie per un importo esattamente uguale ai risparmi a disposizione (non mi è mai successo ma non ci vedo niente di male), ma di certo non può essere la regola.
 
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