Foro in un solaio in legno

gastab

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Buongiorno a tutti... qualcuno ha mai affrontato il problema dell'apertura di un foro in un solaio in legno? Come avete fatto a valutare la rigidezza del solaio ante e post operam? Esiste della documentazione in merito da studiare? Grazie anticipate a chi saprà darmi utili consigli.
 
se ha una soletta in cls di sufficiente spessore (i 5 cm di norma) forse potresti rifarti a quelle note che si trovano in rete e riferiscono la rigidezza di un solaio trasformandolo come bielle equivalenti ecc ecc

ma se non c'è o cmq non puoi riternerlo rigido il discorso non si pone
 
se non c'è o cmq non puoi riternerlo rigido il discorso non si pone
E perché mai? Magari non sarà infinitamente rigido, ma una minima rigidezza l'avrà, e a me interessa valutare numericamente la differenza di rigidezza dopo l'apertura di un foro, per quanto piccola possa essere, e sarebbe meglio visto che voglio rientrare nel campo dell'intervento locale senza modellare l'intera struttura.
 
E perché mai? Magari non sarà infinitamente rigido, ma una minima rigidezza l'avrà, e a me interessa valutare numericamente la differenza di rigidezza dopo l'apertura di un foro, per quanto piccola possa essere, e sarebbe meglio visto che voglio rientrare nel campo dell'intervento locale senza modellare l'intera struttura.
A questi fini potrebbe essere sensato constatare che non potendo considerare il solaio "rigido", di fatto la variazione di rigidezza dello stesso poco influisce sulla trasmissione delle forze orizzontali: non era rigido prima e così rimane dopo -> non migliori-peggiori la risposta sismica dell'edificio.
 
Mi metto nei panni di gastab, alle volte i tecnici degli uffici vogliono i numeri, altri si accontentano delle asseverazioni.
 
Mi metto nei panni di gastab, alle volte i tecnici degli uffici vogliono i numeri, altri si accontentano delle asseverazioni.
Infatti il problema è proprio questo: nella mia Regione vogliono numeri, in particolare il fattore di sicurezza ante e post operam, al fine di dimostrare che non c'è stato un peggioramento della situazione iniziale.

Una FAQ rilasciata dalla Regione specifica che "per quanto attiene ai livelli di sicurezza, ci si riferisce soltanto ai fattori di sicurezza ricavati dal semplice rapporto Rd/Ed desumibile dalle verifiche sulle parti strutturali su cui si è intervenuti, essendo, anche ai sensi delle NTC, Rd la resistenza di progetto ed Ed la sollecitazione di progetto; che dir si voglia, il fattore di sicurezza è esprimibile anche dal rapporto C/D tra un livello di capacità C ed un livello di domanda D, così come previsto dalle NTC quando non si stia parlando soltanto di sollecitazioni e di resistenze (ad esempio deformazioni, spostamenti ecc.), vedasi capitolo 5 sui ponti, ovvero il capitolo 8 della Circolare 617/09 circa i metodi di calcolo e verifica degli edifici in c.a. con impiego dello spettro elastico. Per cui il fattore di sicurezza, per l’intervento locale, è fornito dalla relazione FS=Rd/Ed. Tale fattore, affinché la verifica risulti soddisfatta, deve risultare maggiore dell’unità quando si è in fase di progetto, mentre in fase di verifica dello stato esistente può essere anche inferiore all’unità. Chiaramente ci si attende sempre che risulti FS (ante operam) < FS (post operam). Può facilmente osservarsi che quando FS>1, allora risulta Ed<Rd, che rappresenta la disuguaglianza da rispettare per le verifiche di sicurezza di tutte le strutture, a livello locale o generale che dir si voglia (cfr. §2.3 NTC e segg.)".

E' per questo motivo che cercavo qualcosa su cui appoggiarmi senza andare a complicarmi la vita. Lungi da me il voler essere pignolo fino all'estremo per una cosa abbastanza semplice (sulla carta) ma che nessuno ha mai affrontato in maniera approfondita (e numerica).​
 
Infatti il problema è proprio questo: nella mia Regione vogliono numeri, in particolare il fattore di sicurezza ante e post operam, al fine di dimostrare che non c'è stato un peggioramento della situazione iniziale.

Una FAQ rilasciata dalla Regione specifica che "per quanto attiene ai livelli di sicurezza, ci si riferisce soltanto ai fattori di sicurezza ricavati dal semplice rapporto Rd/Ed desumibile dalle verifiche sulle parti strutturali su cui si è intervenuti, essendo, anche ai sensi delle NTC, Rd la resistenza di progetto ed Ed la sollecitazione di progetto; che dir si voglia, il fattore di sicurezza è esprimibile anche dal rapporto C/D tra un livello di capacità C ed un livello di domanda D, così come previsto dalle NTC quando non si stia parlando soltanto di sollecitazioni e di resistenze (ad esempio deformazioni, spostamenti ecc.), vedasi capitolo 5 sui ponti, ovvero il capitolo 8 della Circolare 617/09 circa i metodi di calcolo e verifica degli edifici in c.a. con impiego dello spettro elastico. Per cui il fattore di sicurezza, per l’intervento locale, è fornito dalla relazione FS=Rd/Ed. Tale fattore, affinché la verifica risulti soddisfatta, deve risultare maggiore dell’unità quando si è in fase di progetto, mentre in fase di verifica dello stato esistente può essere anche inferiore all’unità. Chiaramente ci si attende sempre che risulti FS (ante operam) < FS (post operam). Può facilmente osservarsi che quando FS>1, allora risulta Ed<Rd, che rappresenta la disuguaglianza da rispettare per le verifiche di sicurezza di tutte le strutture, a livello locale o generale che dir si voglia (cfr. §2.3 NTC e segg.)".

E' per questo motivo che cercavo qualcosa su cui appoggiarmi senza andare a complicarmi la vita. Lungi da me il voler essere pignolo fino all'estremo per una cosa abbastanza semplice (sulla carta) ma che nessuno ha mai affrontato in maniera approfondita (e numerica).​
Ciao Gastab,
io farei una prova e starei un po' a vedere che risultati posso ottenere.
Tipo così:
 
Se si modellasse il solaio con i reali travetti in legno e il tavolato come elemnti shell con materiale legno potrebbe ottenersi qualcosa di attendibile?
 
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